"Ti mando in collegio!". Anche attualmente, e non solo anni fa, questa frase rappresenta soprattutto una sorta di minaccia da parte di alcuni genitori nei confronti dei figli che "vanno male a scuola", studenti ritenuti senza un avvenire brillante scolasticamente parlando e con atteggiamenti provocatori e devianti rispetto alla cosiddetta normalità. Il collegio quindi, agli occhi di un ragazzo, aveva e conserva, una accezione di un luogo comunque negativo, restrittivo, o nel migliore dei casi "riabilitativo" da un punto di vista comportamentale.
Quest'idea sopravvive ancora nell'immaginario collettivo ma in realtà qual è la finalità di una struttura convittuale nell'attualità dei nostri anni? Cosa è cambiato in termini di finalità, obiettivi e soprattutto metodologie rispetto ai collegi di un tempo? È possibile mantenere un equilibrio tra i valori del passato con i suoi insegnamenti e la lettura dei nuovi bisogni degli adolescenti? Insomma e possibile l'innovazione rispettando la tradizione? Queste domande ci hanno portato nel corso degli anni a riflettere sul ruolo educativo e sperimentare nuove metodologie pedagogiche all'interno di una struttura, come quella dell'Institut Agricole Régional.
Dal 1951, attraverso un'evoluzione non sempre facile, questa Istituzione ha offerto, al territorio valdostano e non solo, la possibilità di far coesistere la scuola e il collegio in un'unica realtà. In particolare oggi le finalità del servizio di collegio sono quelle di promuovere il processo di socializzazione e di crescita umana, civile e culturale degli studenti e delle studentesse iscritti alla scuola, offrendo loro un importante servizio residenziale, in particolare per coloro che abitano fuori città e per quelli che provengono da località decentrate quali le valli laterali, (anche se oggi abbiamo numerose richieste di rimanere in collegio dal lunedì al venerdì come convittori anche da parte di famiglie e ragazzi che abitano in Comuni vicini ad Aosta se non addirittura residenti nei dintorni della scuola).
Il collegio attuale pone come obiettivo principale l'accompagnamento costante al percorso di crescita dello studente finalizzato alla formazione umana accanto a quella professionale. Tale accompagnamento viene attuato mediante modalità che hanno lo scopo di far evolvere gradualmente nei ragazzi il senso di responsabilità, l'autonomia, l'autostima, il rispetto dell'altro.
A livello metodologico si fa riferimento ai principi di pedagogia della responsabilità, ponendo particolare attenzione all'educazione, al rispetto delle persone (e non solo intese come coloro che "abitano" il contesto comunitario dell'Institut, adulti e coetanei che siano), degli spazi intesi nell'accezione più allarganta anche di "ambiente" e "clima" relazionale, e infine dei tempi che regolano la vita sociale e comunitaria.
Nel medesimo luogo formativo avviene il dialogo e l'intreccio delle relazioni tra la scuola e il collegio, realizzando così il valore aggiunto che l'abitare insieme offre a chi è impegnato in un corso di studi.
Nel collegio, infatti, si intrecciano due orizzonti distinti:
- il primo è quello proprio della scuola, l'incontro cioè con i saperi che la nostra sociètà considera essenziali per crescere innanzitutto come cittadini e in secondo luogo per formarsi professionalmente;
- il secondo è quello proprio della comunità educante, cioè l'incontro tra persone che condividono uno spazio di vita, unite da un qualche scopo comune. Un incontro mai scontato, a tratti difficile, ricco di potenzialità per la crescita di ognuno, segnato dalla contraddizione costitutiva, e dunque irrisolvibile, tra la regola e il bisogno di autonomia, tra l'assunzione di responsabilità e il diritto alla propria libertà, tra la possibilità di stare insieme e la necessità di non confondersi con gli altri. Pertanto si possono delineare, di seguito, le coordinate pedagogiche che caratterizzano la realtà del collegio I.A.R..
Collegio come residenzialità
Collegio come laboratorio di aggregazione
Collegio come luogo custodito e curato
Collegio come possibilità
L'esperienza del Collegio è vissuta dal singolo adolescente in una dimensione collettiva caratterizzata da elementi di complessità che la rendono oggettivamente limitante. Il contesto della "comunità educante", infatti, è contraddistinto anche da spazi condivisi ben definiti, da un ambiente fortemente "regolato", da relazioni non sempre scelte dove "l'altro" è l'adulto (presente all'interno dello I.A.R. con diversi ruoli professionali), ed è il compagno (nella sua eterogeneità per sesso e per età). In uno scenario così rappresentato, l'equipe del collegio, impegnata nel lavoro educativo e nella ricerca sociale, si pone l'obiettivo di trasformare tale limite costitutivo in una risorsa e in un vincolo progettuale. La metodologia proposta è orientata ai principi pedagogici dello studio sociale come valore aggiunto di una struttura educativa di comunità qual è il collegio I.A.R.. Tali principi vengono concretizzati, a livello organizzativo, sperimentando la possibilità dell'apprendimento cooperativo. Si tratta di strategie educative che mirano a favorire la comunicazione tra adolescenti, riattivando lo scambio di informazioni e di esperienze interne al gruppo dei pari. Queste pratiche prevedono una stretta integrazione tra adulti e ragazzi, tra informazione verticale e orizzontale, favorendo pertanto un dialogo costruttivo tra le diverse generazioni. Attivare processi di studio sociale, significa dare impulso allo sviluppo di competenze e consapevolezze fra gli adolescenti allo scopo di riscoprire ruoli e relazioni all'interno della scuola e della comunità.